Celiachia, cos’è e come conviverci

Celiachia

Secondo gli ultimi dati ufficiali risalenti al 2021, le persone affette da celiachia in Italia sono più di 240 mila con un trend in costante crescita: ogni anno vengono fatte circa 9000 nuove diagnosi.

L’incidenza di persone celiache sulla popolazione italiana si aggira sul 0,4%, dato che lascia pensare che sono numerosi i casi di celiachia non diagnosticati (si stima circa il 60%), dal momento che l’incidenza media dei paesi occidentali è dell’1%.

Un altro dato interessante è che circa il 70% dei celiaci diagnosticati sono di sesso femminile, contro il 30% dei maschi con questa diagnosi.

Cos’è la celiachia

La celiachia è una condizione medica autoimmune e cronica in cui il consumo di glutine, una proteina presente in alcuni cereali come il grano, l’orzo e la segale, provoca una reazione avversa nell’intestino tenue. Questa condizione richiede una rigorosa attenzione alla dieta, che attualmente si conferma essere l’unico trattamento riconosciuto.

Nelle persone affette da celiachia, il sistema immunitario attacca le cellule del tessuto intestinale in risposta al glutine, causando infiammazione e interferendo con l’assorbimento dei nutrienti. Se non diagnosticata, può portare a sintomi gastrointestinali, carenze nutrizionali e problemi di salute a lungo termine.

Le 4 forme di celiachia

Le forme di celiachia ufficialmente riconosciute dal Ministero della Salute, sulla base di evidenze cliniche, sono quattro:

  1. Classica (o tipica): compare durante i primi 3 anni di vita, dopo un periodo di latenza a seguito dell’introduzione di cereali contenenti glutine;
  2. Atipica: si osserva spesso nei bambini di età superiore ai 3 anni ed è caratterizzata da sintomatologia intestinale aspecifica e/o altri sintomi e manifestazioni come anemia sideropenica, bassa statura, ritardo puberale o dermatite erpetiforme;
  3. Silente: in questo caso la sintomatologia no è chiara e la celiachia viene occasionalmente individuata a seguito di screening sierologico in soggetti a rischio;
  4. Potenziale: forma caratterizzata da un pattern sierologico tipico, in concomitanza con un quadro istologico intestinale normale o solo lievemente alterato.

I sintomi più comuni della celiachia (h3)

I sintomi della celiachia possono variare ampiamente e includono disturbi gastrointestinali come diarrea, gonfiore e dolore addominale, ma anche sintomi extra intestinali come stanchezza cronica, anemia, depressione e irritabilità.

Diagnosi di celiachia e dieta

Per fare una diagnosi di celiachia, sono richiesti sia dei test sierologici che esami ematici e una biopsia dell’intestino. Una volta diagnosticata, la gestione della celiachia si basa esclusivamente sulla dieta: gli individui affetti da morbo celiaco devono evitare accuratamente il glutine in tutti i suoi derivati alimentari, compresi pane, pasta, dolci, e molti prodotti confezionati.

Attualmente, la dieta priva di glutine è l’unico trattamento noto che da solo aiuta a prevenire i sintomi della celiachia, ma può anche portare a miglioramenti nella salute generale: molte persone segnalano un aumento dell’energia, una digestione migliorata e una pelle più sana dopo aver eliminato il glutine dalla loro dieta.

Fortunatamente, esistono numerose alternative senza glutine, tra cui mais, riso, miglio, patate, legumi, quinoa e amaranto: è importante leggere attentamente le etichette degli alimenti e fare attenzione alle possibili contaminazioni nei cibi preparati.

Anche mangiare fuori casa è diventato più semplice rispetto a qualche anno fa: la maggior parte dei locali scrive gli ingredienti e gli allergeni presenti in ogni piatto del menu e il personale è formato in merito alle principali forme di disturbi alimentari. Inoltre, nel corso del tempo sono aumentati a dismisura i locali che servono esclusivamente cibo privo di glutine o alternative gluten free. In quest’ultimo caso è bene assicurarsi che i cibi vengano preparati in ambienti separati e privi di contaminazione e che i locale sia certificato dall’associazione italiana celiachia (AIC) che controlla le procedure igieniche e dà il suo benestare.

I prodotti senza glutine erogati dal Sistema Sanitario Nazionale

Il buono celiachia, così viene chiamato, è un budget mensile messo a disposizione dalla asl di competenza che ogni celiaco certificato e riconosciuto dal sistema sanitario nazionale ha a disposizione per acquistare prodotti senza glutine. Nel 2021 l’SSN ha erogato complessivamente un budget di oltre 230 milioni di euro per l’acquisto di prodotti senza glutine.

Purtroppo, a causa di un’accentuata frammentazione a livello regionale, le modalità di fruizione non sono uguali su tutto il territorio italiano e, soprattutto, il buono è spendibile solo nella regione di competenza.

L’Associazione Italiana Celiachia e il Ministero della Salute stanno però lavorando di concerto ad alcune semplificazioni:

  • Dematerializzazione dei buoni (già presente in alcune regioni come Lazio e Lombardia) grazie alla quale la quota del buono viene caricata mensilmente sulla tessera sanitaria che sarà quindi usata come una sorta di carta di credito presso i negozi abilitati;
  • La possibilità di usare i buoni sia presso le farmacie che nei centri della grande, media e piccola distribuzione alimentare;
  • La circolarità del bonus celiachia, ossia la possibilità di acquistare prodotti senza glutine anche al di fuori della regione di residenza.

Conclusioni

Per quanto, inizialmente, la diagnosi di celiachia possa far pensare a una vita di rinunce gastronomiche, con la giusta conoscenza e supporto, è possibile condurre una vita sana e appagante anche senza glutine. Educazione, dieta, e un supporto sociale adeguato sono le chiavi per gestire con successo questa condizione.