Skincare Bakel, il brand di cosmetici tutto da scoprire

Skincare

Il primo cosmetico al mondo a essere stampato in 3D proviene dal marchio Bakel, e si presenta come un foglio dallo spessore minimo, così sottile da apparire impalpabile, pensato per sparire direttamente nella pelle. Non si tratta di un patch, di una crema o di un siero: per questo progetto, che è totalmente made in Italy, si ha a che fare con una texture a dir poco innovativa. In effetti il prodotto viene assorbito nel giro di pochi secondi, con la pelle che lo assorbe in modo quasi sorprendente anche perché non rimane il minimo residuo.

Il futuro della cosmesi

Sembra proprio che il futuro di Bakel cosmetici sia racchiuso in questo piccolo quadrato che al proprio interno contiene acido ialuronico puro, in una concentrazione pari al 20%: praticamente, 10 volte di più rispetto alla media dei cosmetici che si trovano sul mercato in questo momento. Sono sei i brevetti che sono stati depositati con il prototipo ideato da Raffaella Grigoris, che ha fondato il marchio di skincare Bakel e che nel 2020 è stata inserita da Forbes Italia nella lista delle cento donne di maggior successo. Da quando è nato, il marchio Bakel si è fatto promotore dei principi di una cosmesi il più possibile trasparente e pulita.

Come sono fatti i cosmetici Bakel

E in effetti se ne può trovare conferma analizzando le caratteristiche dei cosmetici Bakel, la cui composizione si basa unicamente sulla presenza di attivi che hanno una concreta utilità per la salute e il benessere della pelle. Non ci sono derivati del petrolio, e non c’è traccia neppure di emulsionanti o di conservanti. Insomma, Grigoris – cosmetologa e chimica – ha deciso di evitare di impiegare qualunque tipo di ingrediente che si potesse rivelare pericoloso o anche semplicemente inutile per la pelle. Tutti gli ingredienti vengono indicati sulle etichette dei prodotti per i vantaggi che apportano e per i benefici che garantiscono.

La rivoluzione della cosmesi in 3D

Se già gli altri cosmetici di Bakel potevano essere considerati innovativi, con il primo prodotto stampato in 3D non è esagerato fare riferimento a una vera e propria rivoluzione. Il merito è tutto di un reticolato di acido ialuronico microscopico, la cui realizzazione ha preso spunto dai cerotti medicali che vengono impiegati per favorire e promuovere la guarigione di pelli che hanno subìto un’ustione, usati in dermatologia avanzata e nelle strutture ospedaliere e imbibiti di attivi rigeneranti. Ecco, quindi, che è stato sviluppato il reticolato di acido ialuronico completamente attivo, perché puro.

Come funziona

È come se lo stesso cerotto fosse diventato l’attivo, e a quel punto un uso immediato in cosmesi è diventato la conseguenza più semplice. Ovviamente c’è stato bisogno di studi e ricerche, che sono durati per tre anni e che hanno visto la dottoressa Gregoris collaborare con il professor Stefano Manfredini, dovente all’Università di Ferrara per il corso di Chimica farmaceutica e Cosmetica. Il prodotto di Bakel sparisce nella pelle dopo aver reagito con la sua umidità. Non ci sono supporti, e quindi non c’è bisogno di rimuoverlo, a differenza di quel che accade con i cerotti. Fino a questo momento in cosmesi non c’era mai stato un prodotto con una concentrazione di attivi tanto elevata.

La struttura tridimensionale

La struttura tridimensionale è composta di fibre di acido ialuronico nanometriche, che ovviamente non si possono notare a occhio nudo ma che al microscopio hanno l’aspetto di un tessuto, una specie di trama, in cui tutti i fili pur essendo di piccole dimensioni sono in 3D, e quindi contribuiscono a incrementare la superficie di contatto con la pelle. In termini pratici, questo vuol dire che il prodotto è al 100% biodisponibile e può essere assorbito dalla pelle con la massima facilità. È evidente che, in confronto a una crema o a un siero, l’efficacia è nettamente superiore, così come la potenza. Nei cosmetici tradizionali gli attivi non sono puri ma diluiti; qui, invece, no, ed è per questo che l’acido ialuronico risulta disponibile immediatamente. I sieri normali contengono al massimo una concentrazione di acido ialuronico del 2%, con la diluizione in gel che compromette l’assorbibilità: un problema che oggi, invece, è stato risolto definitivamente.