Quando parlare non è facile come scrivere: cosa significa (essere) balbuziente

Il balbuziente è colui che è affetto da balbuzie, colui che ha il difetto di balbettare, in base all’etimologia della parola deriva dal latino “balbutiēnte”.

È così che il balbuziente viene definito dal dizionario della lingua italiana; in maniera più articolata, è colui che è soggetto a un disturbo dell’eloquio con ripetizione convulsa di sillabe o parole, come conseguenza di spasmi intermittenti dell’apparato fono-articolatorio.

Tuttavia, la definizione del termine non è sufficiente per comprendere a pieno il disturbo in questione. Nell’articolo ci soffermeremo su quali sono le cause che portano al problema e sulle varie tipologie di balbuzie presenti, così da avere dei chiarimenti dal punto di vista tecnico.

Un blocco, non una limitazione

Sia subito chiaro che essere balbuziente non è un handicap.

Il “problema” permane circoscritto al linguaggio, ma intelligenza o altre capacità, non sono in alcun modo intaccate. Personalità come Isaac Newton, Virgilio, Aristotele, Manzoni e molti altri, non sono state figure di basso conto solo perché balbuzienti, giusto? Questo anche perché il problema, seppur si manifesti nella comunicazione parlata, non è di linguaggio, ma di relazione. Il balbuziente infatti sa benissimo cosa vuole dire, semplicemente non riesce a dirlo.

La balbuzie, non per altri motivi, viene paragonata a un iceberg: la punta rappresenta la difficoltà di linguaggio visibile e percepibile, ma non si dimentichi che sotto l’acqua c’è una massa di emozioni ben più grande.

La balbuzie non è solo una

E dopo aver considerato l’etimologia di balbuziente, significato della parola e aver proceduto ad una rapida analisi, si sappia che non tutti balbettano allo stesso modo.

Innanzitutto se ne riconoscono due principali forme:

  • Primaria: problema di balbuzie piuttosto diffusa che colpisce anche più del 30% della popolazione in età infantile, e che si risolve quasi sempre spontaneamente.
  • Secondaria: è anche definita “la vera balbuzie”, in quanto è la forma più complicata da trattare e che spesso necessita di un percorso rieducativo logopedico. Si manifesta normalmente nella fascia d’età tra i 6 e i 14 anni, mentre più difficilmente si presenta in età adulta.

La balbuzie viene poi classificata in altre quattro principali tipologie in base alla natura della sua manifestazione:

  • Clonica: quando l’arresto si verifica proprio all’inizio della parola con un prolungamento di sillaba o fonema.
  • Tonica: quando vi è la ripetizione di un qualsiasi fonema della parola, sia esso iniziale, centrale o finale.
  • Mista: quando forma clonica e tonica si mescolano, dando origine tanto a prolungamenti quanto a ripetizioni.
  • Palilalica: se la ripetizione è fatta con una sillaba che non appartiene alla frase che si vuole pronunciare.

In ciascuno di questi casi, persino se trattasi di balbuzie primaria, sarebbe bene cercare sin da subito di rieducare il linguaggio, rivolgendosi ad uno specialista del settore. Inoltre sul web disponibili numerosi consigli e persino corsi gratuiti in grado di dare delle ottime indicazioni e direttive utili a combattere la balbuzie.