Gli effetti della pandemia sulla digitalizzazione

Effetti della pandemia sulla digitalizzazione

Gli effetti della pandemia da coronavirus hanno modificato sotto molti punti di vista il mondo del lavoro. Le aziende, così come la politica e la società nel suo complesso, si trovano a dover fare i conti con un cambiamento i cui effetti positivi potranno essere visibili sul lungo periodo. Basti pensare, per esempio, alla maggiore facilità con la quale vengono accettati l’home office e tutti gli strumenti di comunicazione digitale, a dimostrazione del fatto che il mondo del lavoro ha la possibilità e le potenzialità per adattarsi a una tecnologia in evoluzione.

Modalità di lavoro diverse dal passato

Il subentrare di modalità di lavoro inedite deve essere accompagnato, in ogni caso, da un quadro legislativo adeguato, in modo che le aziende possano riuscire a gestirle a proprio vantaggio e in considerazione dei propri obiettivi. Ne potrebbero derivare occasioni significative; e anche se lo sviluppo è stato accelerato da una crisi sanitaria senza eguali, oggi sono ormai evidenti i benefici che la digitalizzazione può garantire in concreto, dal punto di vista ambientale e a favore di un equilibrio migliore fra la vita quotidiana e il lavoro.

Più attenzione all’ecologia

Che cosa c’entra l’ambiente? Si potrebbe affermare che tra i cambiamenti innescati dal coronavirus ci sia anche un consolidamento del rapporto tra gli uomini e la natura. Tante persone si sono rese conto di quanto sia fondamentale riservare una specifica attenzione al contesto ambientale, e lo stesso mondo del lavoro una volta che la pandemia sarà tenuta sotto controllo si rivelerà più cauto nei confronti della natura. In altri termini, prima di organizzare un viaggio di lavoro ci si penserà due volte, per capire se sia davvero indispensabile. Una pressione in costante aumento da parte della politica e della società sta focalizzando l’attenzione su un business sostenibile, richiesto anche dagli investitori. Ecco perché le misure ecologiche non sono fini a sé stesse, ma rappresentano a tutti gli effetti degli strumenti di marketing, che le aziende possono sfruttare per conquistare i talenti più giovani e per migliorare la propria reputazione.

Il benessere dei dipendenti

Le imprese fino a questo momento non hanno mai dimostrato una specifica attenzione nei confronti delle condizioni di salute e di benessere dei propri lavoratori. L’atteggiamento è mutato, come ovvio, da quando è esplosa la pandemia: le aziende sono state costrette a fare i conti con un tema fondamentale quale quello della salute dei dipendenti, che è strettamente correlato alla questione della sicurezza sul lavoro. Nel mondo del lavoro l’argomento della salute è di tendenza, e non può che coinvolge anche il settore dello smart working. Perché un dipendente che sta bene è di sicuro più produttivo e in grado di garantire prestazioni migliori.

Come si evolve il lavoro 4.0

Quello del futuro è stato definito lavoro 4.0: una concezione che si basa sulla flessibilità e sulla mobilità delle organizzazioni, così che esse si dimostrino agili. È solo prefissando dei traguardi che è possibile arrivare a modalità di lavoro diverse da quelle attuali. Nel momento in cui un dipendente si vede attribuire una mansione in linea con la mission dell’organizzazione, sarà più incentivato a sforzarsi e più motivato nel fornire il proprio contributo per il successo dell’impresa. C’è bisogno di programmi solidi e lungimiranti per riuscire a conservare la propria forza lavoro: una delle conseguenze innescate dalla pandemia è il focus sugli obiettivi.

I processi di reclutamento delle risorse

Sono state tante le imprese che, per effetto della crisi economica di questi ultimi mesi, hanno smesso di assumere: una eccezione in tal senso è rappresentata dalle aziende del settore digitale. Mentre fino all’inizio del 2020 i colloqui effettuati in webcam o al telefono erano una rarità, a partire da marzo dello scorso anno le organizzazioni si sono viste obbligate a modificare i processi di selezione e a digitalizzarli del tutto. È cambiato, dunque, anche il lavoro dei responsabili delle risorse umane, che si sono dovuti adattare a processi di recruiting in digitale. I candidati non potranno fare a meno di prendere dimestichezza con i colloqui virtuali, e in questo modo sarà possibile risparmiarsi un bel po’ di spostamenti. La modalità virtuale, da qualche tempo, si è estesa anche all’onboarding.

Il lavoro è diventato smart

Un cambio dirigenziale è necessario per il lavoro smart, il quale richiede competenze specifiche per una gestione efficace e vincente dei cambiamenti. Dato che non si può ancora prevedere quando l’emergenza sanitaria si concluderà, i dirigenti saranno costretti a fidarsi di più di chi lavora da casa, impostando modelli basati sugli obiettivi. L’home office offre diversi vantaggi, ma anche nuovi compiti: i manager non potranno limitarsi a controllare ma dovranno costruire fiducia, un compito certo non facile da remoto. Le comunicazioni dovranno diventare più efficaci, e cioè più chiare, più trasparenti e anche più personali.