Fëdor Michajlovič Dostoevskij: un’anima inquieta dalla sensibilità polifonica

Fëdor Michajlovič Dostoevskij

Esiste un interesse degli interessi … che è più importante e più interessante di tutti gli altri interessi, e per cui l’uomo è, se necessario, pronto a contraddire a tutte le leggi, ossia alla ragione, all’onore, alla tranquillità, alla prosperità, insomma a tutte le bellissime e utilissime cose del genere, pur di servire a questo ordinario interesse degli interessi, che ripeto, gli è più caro di tutto.

F. M. Dostoevskij

Si può cominciare a parlare di Dostoevskij così, con un frammento di testo estratto dall’opera Memorie dal sottosuolo (1864), che conduce il lettore già a riflettere. Poiché egli coinvolge sempre il lettore, rendendolo partecipe, anziché spettatore.

Nelle opere di Dostoevskij viene ritratta la natura umana in tutte le sue sfaccettature e contraddizioni. I personaggi immaginari interpretano ruoli veri, immersi nella realtà. Al centro della scena vi è la tragedia della libertà umana, a cui gli spiriti inquieti e infelici aspirano. Oppure alla cui mancanza essi si rassegnano.

Dostoevskij è un artista polifonico, in quanto capace di tracciare profili psicologici. Ed oltre a ciò, lo scrittore descrive con minuzia di particolari, perfino lo stato emotivo dei suoi attori. Ma come riesce Dostoevskij a stupire il lettore? Come ogni persona, anche egli è un talento sbocciato attraverso tante difficoltà.

Questo approfondimento dedicato a Dostoevskij, mette in rilievo la correlazione tra vita privata e produzione letteraria. La scrittura diventa, per quest’uomo, un lavoro febbrile. Qualcosa che puntualmente lo salva, tra scadenze e blocchi creativi da ultimo minuto. Buona lettura!

Dostoevskij e il romanzo della sua vita

Dostoevskij nasce a Mosca nel 1821 e muore a San Pietroburgo nel 1881. Suo padre ha un carattere severo ed è un medico presso l’ospedale dei poveri, dove vi abita insieme alla famiglia. Mentre la madre, figlia di un facoltoso commerciante, è una donna mite e sensibile.

Fëdor Michajlovič Dostoevskij vive un’esistenza turbolenta, segnata da un’attività socialista estrema e da tante sofferenze. La vita dello scrittore è sempre sul punto di non ritorno, all’apparenza ineluttabile. E puntualmente, tutto si risolve con dei colpi di scena. Così, come ogni persona avvezza alle catastrofi, anche Dostoevskij manifesta un’anima inquieta dalla sensibilità straordinariamente polifonica.

Dostoevskij studia presso una scuola militare d’ingegneria a San Pietroburgo. Nel 1843 egli viene promosso ufficiale, ma sceglie la strada della letteratura. Tuttavia, la zelante adesione al circolo di stampo socialista ed utopico di M. V. Petraševskij costa allo scrittore una condanna a morte. Ciononostante, al momento dell’esecuzione capitale, la sua pena viene commutata in quattro anni di lavori forzati, che Dostoevskij deve trascorrere in Siberia.

L’artista russo vive in preda a difficoltà economiche e crisi epilettiche. Egli si ritrova, costantemente, a scrivere di fretta per guadagnarsi da vivere. Così, nelle sue opere traspare, continuamente, un’atmosfera tesa e frenetica, quale sfumatura biografica.

San Pietroburgo: lo scenario socialmente polifonico di Dostoevskij

Quando si parla di Dostoevskij, non si può far a meno di evidenziarne la polifonia. Soprattutto quella di Delitto e castigo. Lo stile dello scrittore dimostra una vera e propria maestria nella produzione di un romanzo:

  • giallo
  • sociale
  • psicologico.

La città di San Pietroburgo del 1866 (data di pubblicazione di Delitto e castigo), offre tanti spunti da cui partire. Da un lato, vi sono i miserabili braccati dal senso di soffocamento e precarietà. Scenario, questo, di squallide bettole e irrisori cantucci abitabili. Mentre dall’altro vi sono le opulente ville degli aristocratici (poveri, però, di spirito), adornate di fiori e colori, che evocano un senso di refrigerio per l’anima.

… col sorrisetto indiscreto con cui talvolta, in modo sfacciato e distratto, si esprime l’umana soddisfazione di fronte alle disgrazie altrui.

L’idiota, F. M. Dostoevskij

Dostoevskij sublima il superomismo nel personaggio di Raskol’nikov

Raskol’nikov è il protagonista di Delitto e castigo. Egli è un giovane studente universitario. Essendo povero (e nemmeno prova a migliorare la propria condizione), il ragazzo non riesce a pagare l’affitto. Secondo Raskol’nikov, la padrona di casa o vecchia usuraia merita la morte, a motivo del suo carattere spregevole. E di fatto, il giovane si reca da lei, fingendo di pagarle l’affitto, ma coglie l’occasione per ucciderla.

Perché Raskol’nikov si sente spinto e soprattutto autorizzato a commettere l’omicidio? Non si tratta di un assassino seriale, quindi egli uccide qualcuno per la prima volta. Dostoevskij sublima il concetto del superomismo in questo personaggio.

Poco tempo prima a Mosca, uno studente universitario, espulso, compie un gesto simile. Tale giovane, dapprima, scassina una carrozza postale e poi toglie la vita all’addetto. Questo avvenimento ispira Dostoevskij. L’efferatezza dei delitti è scatenata dalla volontà di dominio e dal disprezzo per ciò che ognuno, soggettivamente, non ama.

Il rifiuto di conformarsi a un pensiero comune e la voglia di prevalere sul prossimo, spingono un soggetto all’azione delittuosa. Ma c’è dell’altro, ossia la miseria ed il tormento che una persona cela dentro. L’idea che un omicidio socialmente funzionale possa redimersi, in seguito, con una vita di buone azioni, giustifica i mezzi.

La libertà umana secondo Dostoevskij

Dostoevskij ritrae un mondo, in cui la negazione è il fattore dominante. L’uomo si sente privo di prospettive, disorientato e di conseguenza già condannato. Secondo lo scrittore russo, ogni essere umano affronta una battaglia tra bene e male per la conquista della libertà. Un percorso, dunque, inevitabile.

Data l’individualità inalienabile per natura, gli esseri umani non sono capaci di provare un amore profondo. Infatti, spesso essi manifestano un comportamento offensivo. Nonostante tutto, egli mette il lettore di fronte alla cruda verità, fatta di amore e cattiveria. Quella in cui l’uomo declina le proprie responsabilità, con astuzia ed ipocrisia, dando l’ostracismo al prossimo.

Dostoevskij compie un viaggio nell’oscurità della coscienza umana.

Ma qui comincia ormai … la storia del graduale rinnovamento d’un uomo … della sua rigenerazione, del graduale passaggio da un mondo in un altro, della conoscenza con una nuova, finora assolutamente ignota realtà …

Delitto e castigo, F. M. Dostoevskij