Gianluca Gori, l’uomo dietro il sipario
C’è una storia che mi ha sempre intrigato. Un po’ per l’aura di mistero, un po’ perché dietro le luci della ribalta si nasconde un’anima complessa e raffinata. Sto parlando di Gianluca Gori, sì, proprio lui, l’uomo che ha dato vita a drusilla foer. E se pensate che sia solo un attore che si traveste da donna, vi sbagliate di grosso. Qui si parla di arte, di trasformazione vera, di un viaggio che mescola vita reale e finzione con un’eleganza che pochi sanno indossare.
Gianluca Gori nasce a Firenze, città che respira bellezza ad ogni angolo, e non è un caso. Lì cresce e si forma, tra pennelli e macchine fotografiche. Ha frequentato il liceo artistico, si è buttato a capofitto nella fotografia e nella regia, ma è chiaro che quello non gli bastava. Sentiva che mancava qualcosa, quella scintilla che fa scattare la magia. E la magia, poi, è arrivata sotto forma di un personaggio: drusilla foer.
Sarà per quel portamento nobile, sarà per quell’ironia tagliente che ti disarma in due secondi netti, ma drusilla non passa inosservata. Dietro quella parrucca bianca e quegli abiti sontuosi, si nasconde però sempre Gianluca Gori, che riesce a rimanere un passo indietro, senza mai sovrastare la sua creatura. Un equilibrio difficile, quasi da equilibrista sul filo.
Drusilla foer, l’eleganza che racconta storie
Chi è drusilla foer? Potrei dirvi che è un personaggio immaginario, ma sarebbe riduttivo. Drusilla è una di quelle donne che sembra uscita da un romanzo di un altro tempo, una figura che si muove tra verità e invenzione con una disinvoltura che ti incanta. La sua biografia, quella che Gianluca Gori ha cucito addosso a lei come un abito di haute couture, racconta di una nobildonna nata a Siena, cresciuta tra Cuba e l’Europa, con una vita fatta di incontri straordinari e colpi di scena.
Ma sapete cosa colpisce di più? La sensazione che dietro quelle storie inventate ci sia sempre un briciolo di verità. Come quando incontri una persona che ti racconta un aneddoto assurdo e tu pensi: “Chissà se è vero… però suona maledettamente autentico”. Ecco, drusilla è così. La ascolti parlare e senti il peso di una vita vissuta, anche se quella vita è, almeno in parte, frutto della fantasia di Gianluca Gori.
Drusilla non è una semplice maschera. È un modo di stare al mondo. Con la testa alta, con la battuta pronta, con quella malinconia elegante che a volte si nasconde dietro un sorriso sornione. E se la incontri – anche solo sul palco – non te la scordi più.
Una carriera che mescola ironia e profondità
Quando si parla di Gianluca Gori, si pensa subito alla televisione. Ma lui, prima di diventare drusilla sotto i riflettori, ha fatto mille mestieri nell’arte. Fotografo, regista, performer. Insomma, uno che l’arte l’ha respirata fin da piccolo. Eppure è stato solo quando ha inventato drusilla che tutto ha preso una piega inaspettata.
La prima volta che l’ho vista (o meglio, l’ho conosciuta) è stato in un’intervista su YouTube, anni fa. Mi è sembrata una figura surreale. Poi è arrivata in TV, con Serena Dandini, e da lì è stata tutta una scalata. Il cinema, con Ferzan Özpetek, il talent show dove faceva la giudice, fino al Festival di Sanremo. E diciamocelo: quella sera a Sanremo ha messo d’accordo tutti, pure quelli che partivano prevenuti. Perché ha quella capacità di parlare senza alzare la voce, ma lasciando il segno. Con intelligenza, con leggerezza, ma senza mai essere banale. Una rarità, oggi.
E quando conduce il suo show “L’almanacco del giorno dopo”? Beh, lì drusilla si diverte e si vede. Ma non è solo intrattenimento: sotto sotto ci sono riflessioni, piccole perle che ti porti dietro. A volte mi chiedo se dietro quella battuta brillante non ci sia sempre un pensiero che meriterebbe di essere inciso su una pietra.
Il teatro, la musica e quell’anima che non si piega
Oltre al piccolo schermo, drusilla si è fatta strada anche a teatro. Il suo spettacolo “Eleganzissima” è un viaggio dentro la sua (o meglio, la loro) storia. Non è solo uno show, è un confessionale senza filtri, un incontro ravvicinato con un personaggio che riesce a farti ridere e commuovere nello stesso momento. L’ho visto due volte e ogni volta esco con quella strana sensazione di aver assistito a qualcosa di unico, che non si ripeterà mai più allo stesso modo.
Poi c’è la musica. E qui si capisce che Gianluca Gori non si accontenta mai. Nel 2023 ha lanciato un album, “Dru”, che è una chicca. Voce calda, arrangiamenti eleganti, testi che raccontano storie di amore, perdita, voglia di vivere. Non sono solo canzoni, sono piccoli racconti da ascoltare quando hai bisogno di sentirti meno solo.
Drusilla canta con una voce che ti arriva dritta allo stomaco, ma con la delicatezza di chi sa che certe parole, se usate male, possono fare male. E allora preferisce sussurrarle. Anche quando si tratta di collaborare con altri artisti, lo fa senza mai perdere la sua identità, che è forte, chiara e inconfondibile.
Drusilla e il suo impatto culturale (che è più forte di quanto pensi)
C’è chi dice che drusilla foer sia un personaggio di moda. Io non sono d’accordo. Drusilla è molto di più. È un modo di vedere il mondo, di stare sulla scena con fierezza ma senza arroganza. In un’Italia dove ancora si fatica a parlare di identità di genere senza pregiudizi, Gianluca Gori ha creato una figura che scardina le etichette senza bisogno di fare la rivoluzione con i megafoni.
Ha mostrato che si può essere eleganti senza essere snob, ironici senza essere superficiali. E il pubblico lo ha capito, eccome. La standing ovation a Sanremo, i teatri pieni per i suoi spettacoli, la curiosità sempre viva attorno al suo personaggio. Drusilla ha smosso qualcosa, ha acceso una scintilla. E secondo me, quella scintilla farà ancora molta luce.
In chiusura, una riflessione personale
Certe volte penso che Gianluca Gori sia una sorta di alchimista. Ha preso pezzi di vita, sogni, malinconie e li ha fusi in drusilla foer. E ha fatto centro. Drusilla è una di quelle persone che vorresti avere come amica: elegante ma non giudicante, con un passato pieno di avventure (vere o presunte, poco importa) e uno sguardo sempre rivolto al futuro.
E mentre scrivo queste righe, mi rendo conto che drusilla, e quindi Gianluca Gori, rappresentano qualcosa di raro: la libertà di essere se stessi, senza dover chiedere permesso a nessuno.